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Progetto realizzato nel 2004 per conto del Museo di Storia della Fisica dell'Università degli Studi di Padova.

Contatore di Geiger-Müller, 1908
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Nel 1908, Hans Geiger e Ernest Rutherford misero a punto un nuovo strumento, basato sul potere ionizzante delle particelle cariche, ma che permetteva di rivelare e contare le particelle tramite metodi elettrici. Consisteva di un tubo conduttore lungo il cui asse è teso un filo metallico. Tra i due conduttori era applicata una tensione di alcune centinaia di volt, insufficiente di per sé ad innescare una scintilla nel gas a bassa pressione che riempiva lo strumento. Se però il gas veniva attraversato da una particella carica che lo ionizzava, si produceva all'interno del tubo una scarica che veniva registrata da un elettrometro. Geiger e Rutherford poterono così contare da 5 a 10 particelle al minuto. Questo tipo di contatore, di cui una nuova versione venne proposta nel 1928 dallo stesso Geiger e da Walther Müller, conobbe una larga diffusione diventando noto con il nome di "contatore Geiger" o "Geiger- Müller".


Bruno Rossi introdusse a Padova la ricerca sui raggi cosmici e costruì la prima camera a nebbia tra il 1936 e il 1937.
Vennero costruite cinque camere a bolle. In seguito utilizzando una di queste camere, al CERN di Ginevra, vennero realizzate, per la prima volta in Europa, delle fotografie di tracce di particelle ottenute con un acceleratore.

Camera a nebbia, 1950
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Il raggio cosmico viene fotografato nel momento in cui attraversa la camera, la visualizzazione della particella viene evidenziata dalla fila di piccole goccie che la particella ha lasciato al suo passaggio.

Camera a bolle a propano, 1958
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Spaccato della camera a bolle a propano utilizzata al CERN di Ginevra nel 1958