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Estratto dal progetto realizzato nel 2009 per conto del Museo di Storia della Fisica dell'Università degli Studi di Padova, relativo alla mostra "Il futuro di Galileo".

Tra il 1604 e il 1609, quando si trova a Padova, Galilei ottiene fondamentali risultati sul moto dei corpi introducendo la nozione di accelerazione. Studiando la caduta libera dei corpi ne ricava l’espressione matematica, e lo stesso fa con accurati esperimenti sui moti di corpi lanciati (come una palla di cannone) mostrando che seguono una traiettoria parabolica.
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il principio di equivalenza
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Egli inoltre congettura che il moto di corpi in una stanza (Galilei parlava di un locale sottocoperta in una nave, oggi l’immagine più comune è quella di uno scompartimento di un treno) segue le stesse leggi sia che la stanza sia ferma sia che si muova di moto rettilineo uniforme: è un primo abbozzo del cosiddetto “principio di relatività galileiano” la cui piena formulazione dovrà aspettare i contributi degli scienziati da Newton fino alla fine dell’Ottocento.
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È importante notare che i lavori sui moti locali di Galilei e dei suoi successori sono fondamentali per l’affermarsi del sistema copernicano: da Galilei in poi la fisica e l’astronomia sono indissolubilmente legate. Nella seconda metà dell’Ottocento le scoperte nell’ambito dei fenomeni elettromagnetici condurranno a un superamento del principio di relatività galileiana che si sostanzierà nel 1905 nella proposta di Einstein della “teoria della relatività”.